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Ultima visita 163

cata, con lunghe trecce color d’oro pendenti giù per le spalle, e la compostezza di una donnina, andava a baciare la mamma in punta di piedi, col passo leggiero di signorina ben educata. Le chiedeva della salute in inglese o in tedesco, secondo la giornata; poi le augurava la buona notte, e se ne andava dietro all’istitutrice, diritta e impettita. Però una mattina il dottore s’era fatto serio all’udire Donna Vittoria lagnarsi di un altro guaio serio, sopravvenutole nella notte: un dolore pungente che le attraversava il petto, dalle spalle al seno: — Come dicono che sia il mal d’amore!... — Donna Vittoria ne parlava in tono di scherzo, con una specie di febbre d’amore realmente negli occhi, sulle guance, e nella voce rotta. Il dottore la pregò di lasciarsi osservare, così, sollevandosi un poco, una cosa da nulla. Una cosa che le faceva un effetto curioso, a lei, al sentire contro la batista quel viso di uomo che pareva l’abbracciasse, e le faceva battere il cuore davvero, e la faceva scomporre in volto, senza saper perchè, mentre si forzava ancora di ridere, fra due colpetti di tosse: — Proprio il mal d’amore, eh, dottore? — Egli non rispose subito, intento, coll’orecchio sulle sue spalle delicate che trasalivano e s’imporporavano. Poi aveva espresso