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154 | Dramma intimo |
— Molto grave? — chiese Roberto.
Il dottore scosse il capo.
L’inferma, appena le annunziarono la visita del genero, entrò in una grande agitazione.
— E Bice? — chiese appena lo vide. — Perchè non è venuta?
Egli balbettava, quasi pallido quanto lei, sentendosi anch’esso un sudore freddo alla radice dei capelli.
— Siete stato voi... a dirle che non venisse?... — seguitava lei colla voce tronca e soffocata.
Egli non le aveva mai udito quella voce, nè visto quegli occhi. Una donna, china sul capezzale, sforzavasi di calmare l’inferma. Infine essa tacque, abbassando le palpebre, stringendo forte le mani sul petto.
Volle confessarsi la sera stessa. Dopo che si fu comunicata fece chiamare di nuovo il genero, e gli strinse la mano, quasi per chiedergli perdono.
Nella stanza vagava ancora l’odore dell’incenso — l’odore della morte; soffocato di tratto in tratto da un odore più acuto di etere, penetrante, che pigliava alla gola. Delle ombre livide sembravano errare sul volto della moribonda.
— Ditele... — balbettò la poveretta. — Dite a mia figlia....