Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
138 | Dramma intimo |
⁂
Il giorno dopo la contessa aspettava Danei nel suo gabinettino, seduta accanto al caminetto, stendendo verso il fuoco le mani così bianche che sembravano esangui, cogli occhi fissi sulla fiamma. Quanti pensieri, quante visioni, quanti ricordi passavano dinanzi a quelli occhi! La prima volta che si era turbata al cospetto di Roberto — il silenzio ch’era caduto all’improvviso fra di loro — e le prime parole d’affetto che egli le aveva susurrato all’orecchio, abbassando la voce ed il capo — il batticuore delizioso che soleva imporporarle le gote ed il seno, quando egli l’aspettava nel vestibolo dell’Apollo, per vederla passare, bella, fine, elegante, nella mantellina di raso bianco. — Poscia, le lunghe fantasticherie color di rosa, in quel posto medesimo, le gioie trepide e intense, le attese febbrili, nelle ore in cui Bice prendeva la lezione di musica o di disegno. Ora, allo squillare del campanello, si rizzò con un tremito nervoso; e immediatamente, mercè uno sforzo della volontà, tornò a sedere, colle mani in croce sulle ginocchia.