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Ciò ch'è in fondo al bicchiere 123


Seppi ch’era morta dall’invito per assistere ai funerali. Nelle sale dove essa ci aveva ricevuti festante, era una gran folla, e molti fiori, come il primo giorno dell’anno, sulle mensole, sui tavolini, sul pianoforte. C’erano tuttora gli avanzi delle candele nei candelabri posti dinanzi agli specchi dove ella s’era guardata. Le sue amiche misero dei fiori sulla bara. La signora Maio soffocava i singhiozzi con un fazzolettino di pizzo.

Prima di morire aveva detto che voleva una semplice bara coperta di raso bianco, e una semplice lapide col suo nome. Non ci furono discorsi sulla tomba. La sua orazione funebre fu fatta da Casalengo, che venne a trovarmi la sera stessa, per parlarmi di lei.

— Povera Ginevra! e non disse altro.