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Prima e poi 97

mia angoscia, e balbettate: No!... no, Riccardo, vi giuro?...

Vi credo, voglio credervi, ho bisogno di credervi. Perchè dunque? perchè mi fate soffrire a questo modo? Perchè temete di sciupare il bel sogno d’oro? Oh, se sapeste come l’ho visto dietro le cortine color di rosa, che sembravano agitarsi e palpitare allorché siete passata nella vostra camera da letto, e animarsi di un incarnato più vivo quando vi siete avvicinata allo specchio, e velarsi di un’ombra pudica, dove passava la carezza dei vostri movimenti! Poi quella stessa ombra ha trasalito quasi, e s’è dileguata a un tratto dalla finestra del vostro spogliatoio, ed è solo rimasto il chiarore diffuso del globo roseo che veglia sui vostri sogni dolci e sulle vostre palpebre chiuse. Oh, struggersi e morire su quelle palpebre chiuse — perchè non abbiate a temere il poi — perchè duri sempre il bel sogno d’oro! Sempre! sempre! Il poi non esiste, quando si ama. Non esiste il domani, non esiste quel ch’è stato ieri, non penso più a Casalengo. Penso a voi, e vi amo, e vi voglio, come se tutta la mia vita e l’universo intero fossero in questo momento e in questo desiderio.