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94 I ricordi del Capitano D'Arce

zire. Avete indovinato quanto ho sofferto in quell’eterna gita di piacere? E anche voi! Ho sentito tremare la vostra mano mentre vi aiutavo a scendere nella barca. Oh, Ginevra, quando vi siete abbandonata trasalendo contro il mio petto nel buio della Grotta Azzurra!... Che m’importa di Casalengo, che m’importa del poi, che ve ne importa anche a voi, poichè le vostre pupille s’intorbidano e si smarriscono figgendosi nelle mie?...

Sentite, ieri sera son tornato da voi, sapendo che vi avrei trovato quell’altro e che non mi avreste ricevuto. Gioconda m’ha detto infatti: — La signora non c’è — E s’è fatta rossa, vedendomi così pallido.

Avevo visto del lume nel vostro salotto. Mi son fermato nella via sino alle undici per vederlo ancora e sentirmene ardere gli occhi ed il sangue — sino all’ora in cui l’altro se n’è andato. Ho cercato di indovinare se l’amate ancora, dal suo passo e dalla sua andatura. Se avessi visto quel lume nella vostra camera da letto mi sarei ucciso.

Oggi avete risposto alla domanda insidiosa della vostra amica Gemma con uno scherzo amaro: — Nè mai, nè sempre! — Ah, com’era dolorosa la vostra gaiezza in quella gita di piacere! e quanto