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REGNO DI CARLO ALBERTO


LEGISLATURA I. — SESSIONE UNICA

8 maggio 1848


Il Principe Eugenio di Carignano, luogolenente di Carlo Alberto, inaugurò il Parlamento leggendo a nome del Re il discorso seguente:

Signori Senatori! Signori Deputati! 1

Vengo in nome del Re ad aprire la prima Sessione del Parlamento nazionale.

La Provvidenza ci chiama ad inaugurare nella Nostra patria il regime rappresentativo in una delle epoche più memorande per l’Italia e per l’Europa.

Circondati da un fosco orizzonte noi, uniti da mutuo amore, da mutua confidcnza fra popolo e Principe, avemmo in pece dalla saviezza del Re le riforme e la instituzioni che assicurano al paese la forza e la libertà.

Turbata poi la nostra felicità interna dal duolo di fratelli italiani che lo straniero inculcava, la nazione sorse sdegnata e si strinse al suo Capo per sostenere l’onore e l’indipendenza d’Italia.

Iddìo ha finora benedette le nostre armi; l’esercito, ammirabile non meno perla disciplina che pel valore, aggiunge nuova gloria all’antica sua fama; la Croce di Savoia innestata al vessillo dell’Unione Italiana sventola sulle rive dell’Adige.

La nostra armata di mare ha salpato da Genova. Se ella incontrasse nemici ho ferma e personale fiducia che ella si mostrerà degna del nostro glorioso Re, del nostro glorioso esercito.

Al campo l’ardore dei nostri soldati in mezzo ai disagi della guerra: nell’intorno il rapido attivarsi, ed il nobil contegno della milizia comunale: da ogni parte l’accordo delle opinioni e delle volontà dìmostrano quanto sia vivo l’amor patrio in tutta la nazione, quanto essa sia forte e matura per suoi alti destini.

La Sardegna, rigettato il funesto retaggio di antichi privilegi, volle essere unita con più stretti vincoli alla terra ferma, efu accolta dalle altre provincie come diletta sorella.

La Savoia, cagione dì momentaneo dolore fu tosto causa di verace consolazione. I Savoiardi sì mostrarono degni figli della patria, saldo baluardo d’Italia.

La Liguria a queste contrade subalpine più dì fresco unita, a loro con vieppiù tenaci nodi ogni giorno si stringe; nuovo argomento alla salute d’Italia.

All’estero le potenze che hanno comuni con noi le forme di governo, e quelli il cui il popolo stesso regge lo Stato, ci danno prove delle loro sìmpatie.

Si sono riannodate le relazioni diplomatiche col Governo costituzionale di Spagna, un tempo sospese.

In Italia le disgiunte partì tendono ogni giorno ad avvicinarsi, e quindi vi è ferma speranza che un comune accordo leghi i popoli, che la natura destinò a formare una sola nazione.

Signori, il Governo del Re compresa la gravità della missione, a cui è chiamato in tempi cotanto difficili, ma pieni d’avvenire. Come ebbe il coraggio d’assumerla così avrà quello di proseguirla.

Voi gli presterete il vostro concorso per consolidare e compiere l’opera di rigenerazione, a cui Egli si è accinto. L’Europa
  1. Per semplificare la trascrizione di questi discorsi, non riferisco che le testuali sovrane parole, senza accompagnarle dalle impressioni suscitate nel Parlamento dalle medesime.