Pagina:I quattro libri dell'architettura.djvu/159


53

CAPITOLO VI.

Dell’Atrio Corintio.


LA seguente Fabbrica è del Convento della Carità, dove sono Canonici Regolari in Venezia. Ho cercato di assomigliar questa Casa a quelle degli Antichi, e però vi ho fatto l’Atrio Corintio, il quale è lungo per la linea diagonale del quadrato della larghezza. Le ale sono una delle tre parti e mezza della lunghezza: le colonne sono di ordine Composito grosse tre piedi e mezzo e lunghe trentacinque. Lo scoperto nel mezzo è la terza parte della larghezza dell’Atrio: Sopra le colonne vi è un terrazzato scoperto al pari del piano del terzo ordine dell’Inclaustro, ove sono le celle dei Frati. Appresso l’Atrio da una parte è la Sacrestia circondata da una Cornice Dorica, che tol suso il volto: le colonne che vi si veggono; sostentano quella parte del muro dell’Inclaustro, che nella parte di sopra divide la camere, over celle dalle logge. serve questa Sacrestia per Tablino (cosi chiamavano il luogo, ove ponevano le imagini de’ maggiori) ancora che per accomodarmi; io l’abbia posta da un fianco dell’Atrio. Dall’altro fianco è il luogo per il capitolo: il quale risponde alla Sacrestia. Nella parte appresso la Chiesa vi è una scala ovata vacua nel mezzo, la quale riesce molto comoda e uaga. Dall’Atrio si entra nell’Inclaustro: il quale ha tre ordini di colonne uno sopra l’altro: il primo è Dorico, le colonne escono fuori dei pilastri più che la metà: il secondo è Jonico, le colonne sono per la quinta parte minori di quelle del primo: il terzo è Corintio e ha le colonne la quinta parte minori di quelle del secondo. In questo ordine in luogo de Pilastri, vi è il muro continuo, ed al diritto degli Archi degli ordini inferiori vi sono fenestre che danno lume all’entrar nelle celle: i volti delle quali sono fatti di canne, acciocchè non aggravino i muri. Rincontro all’Atrio ed inclaustro oltre la calle si trova il Refettorio lungo due quadri, ed alto fin al piano del terzo ordine dell’Inclaustro: ha una loggia per banda e sotto una Cantina fatta al modo, che si sogliono far le cisterne, acciocchè l’acqua non vi possa entrare. Da un capo ha la cucina, forni, corte da Galline, luogo da legne, da lavare i panni e un giardino assai bello: e dall’altro altri luoghi. Sono in questa fabbrica tre forestarie, ed altri luoghi, che servono a diversi effetti, quarantaquattro stanze e quarantasei celle.