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capitolo v. | 91 |
parole eccitarono un riso universale, e interruppero un momento la questione che s’agitava caldamente tra i commensali. Un servitore, portando sur una sottocoppa un’ampolla di vino, e un lungo bicchiere in forma di calice, lo presentò al padre; il quale, non volendo resistere a un invito tanto pressante dell’uomo che gli premeva tanto di farsi propizio, non esitò a mescere, e si mise a sorbir lentamente il vino.
“ L’autorità del Tasso non serve al suo assunto, signor podestà riverito; anzi è contro di lei; ” riprese a urlare il conte Attilio: “ perchè quell’uomo erudito, quell’uomo grande, che sapeva a menadito tutte le regole della cavalleria, ha fatto che il messo d’Argante, prima d’esporre la sfida ai cavalieri cristiani, chieda licenza al pio Buglione.... ”
“ Ma questo ” replicava, non meno urlando, il podestà, “ questo è un di più, un mero di più, un ornamento poetico, giacchè il messaggiero è di sua natura inviolabile, per diritto delle genti, jure gentium: e, senza andar tanto a cercare, lo dice anche il proverbio: ambasciator non porta pena. E, i proverbi, signor conte, sono la sapienza del genere umano. E, non avendo il messaggiero detto nulla in suo proprio nome, ma solamente presentata la sfida in iscritto.... ”
“ Ma quando vorrà capire che quel messaggiero era un asino temerario, che non conosceva le prime...? ”
“ Con buona licenza di lor signori, ” interruppe don Rodrigo, il quale non avrebbe voluto che la questione andasse troppo avanti: “rimettiamola nel padre Cristoforo; e si stia alla sua sentenza. ”
“ Bene, benissimo, ” disse il conte Attilio, al quale parve cosa molto garbata il far decidere un punto di cavalleria da un cappuccino; mentre il podestà, più infervorato di cuore nella questione, si chetava a stento, e con un certo viso, che pareva volesse dire: ragazzate.
“ Ma, da quel che mi pare d’aver capito, ” disse il padre, “ non son cose di cui io mi deva intendere. ”
“ Solite scuse di modestia di loro padri; ” disse don Rodrigo: “ ma non mi scapperà. Eh via! sappiam bene che lei non è venuta al mondo col cappuccio in capo, e che il mondo l’ha conosciuto. Via, via: ecco la questione. ”
“ Il fatto è questo, ” cominciava a gridare il conte Attilio.
“ Lasciate dir a me, che son neutrale, cugino, ” riprese don Rodrigo. “ Ecco la storia. Un cavaliere spagnolo manda una sfida a un