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della colonna infame | 849 |
che far con costoro, che non gli ha mai nemmen sentiti nominare; replica che non era a Milano in que’ diversi tempi.
Dopo più di tre mesi, consumati in ricerche dalle quali, come doveva essere, non si cavò il minimo costrutto, il senato decretò che il Padilla fosse costituito reo con la narrativa del fatto, pubblicatogli il processo, e datogli un termine alle difese. In esecuzione di quest’ordine, fu chiamato ad un nuovo ed ultimo esame, il 22 di maggio. Dopo varie domande espresse, su tutti i capi d’accusa, alle quali rispose sempre un no, e per lo più asciutto, vennero alla narrativa del fatto, cioè gli spiattellarono quella pazza novella, anzi quelle due. La prima, che lui costituto aveva detto al barbiere Mora, vicino all’hostaria detta delli sei ladri, che facesse un ontione... et che dovesse prender la detta ontione, et andar a bordegare (impiastrare); e che, in ricompensa, gli aveva dato molte doppie; e don Pietro di Saragozza, per suo ordine, aveva poi mandato il detto barbiere a riscotere altri danari dai tali e tali banchieri. Ma questa è ragionevole in paragon dell’altra: che esso Sig. Constituto aveva fatto chiamar sulla piazza del castello Stefano Baruello, gli aveva detto: buon giorno, Sig. Baruello; è molto tempo che desideravo parlar con voi; e, dopo qualche altro complimento, gli aveva dato venticinque ducatoni veneziani, e un vaso d’unguento, dicendogli ch’era di quello che si faceva in Milano, ma che non era perfetto, e bisognava prendere delli ghezzi et zatti (de’ ramarri e de’ rospi) et del vino bianco, e metter tutto in una pentola, et farla bollire a concio a concio (adagino adagino), acciò questi animali possino morire arrabbiati. Che un prete, qual viene nominato per Francese dal detto Baruello, e era venuto in compagnia del costituto, aveva fatto comparire uno in forma d’huomo, in habito di Pantalone, e fattolo al Baruello riconoscere per suo signore; e, scomparso che fu, il Baruello aveva domandato al costituto chi era colui, e quello gli aveva risposto ch’era il diavolo; e che, un’altra volta, lui costituto aveva dati al Baruello degli altri danari, e promessogli di farlo tenente della sua compagnia, se l’avesse servito bene.
A questo punto, il Verri (tanto un intento sistematico può far travedere anche i più nobili ingegni, e anche dopo che hanno veduto) conclude così: "Tale è la serie del fatto deposto contro il figlio del castellano, la quale, sebbene smentita da tutte le altre persone esaminate (trattine i tre disgraziati Mora, Piazza e Baruello, che alla