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DELLA COLONNA INFAME 785

E si veda a che miserabile astuzia dovettero ricorrer que’ signori, per dare un po’ più di colore al pretesto. Andarono, come abbiam detto, a caccia d’una seconda bugia, per poter parlarne con la formola del plurale; cercarono un altro zero, per ingrossare un conto in cui non avevan potuto fare entrar nessun numero.

È messo alla tortura; gli s’intima che si risolua di dire la verità; risponde, tra gli urli e i gemiti e l’invocazioni e le supplicazioni: l’ho detta, signore. Insistono. Ah per amor di Dio! grida l’infelice: V.S. mi facci lasciar giù, che dirò quello che so; mi facci dare un po’ d’aqua. È lasciato giù, messo a sedere, interrogato di nuovo; risponde: io non so niente; V.S. mi facci dare un poco d’aqua.



Quanto è cieco il furore! Non veniva loro in mente che quello che volevan cavargli di bocca per forza, avrebbe potuto addurlo lui come un argomento fortissimo della sua innocenza, se fosse stato la verità, come, con atroce sicurezza, ripetevano. — Sì, signore, — avrebbe potuto rispondere: — avevo sentito dire che s’eran trovati unti i muri di via della Vetra; e stavo a baloccarmi sulla porta di casa vostra, signor presidente della Sanità! — E l’argomento sarebbe stato tanto più forte, in quanto, essendosi sparsa insieme la voce del fatto, e la voce che il Piazza ne fosse l’autore, questo avrebbe, insieme con la notizia, dovuto risapere il suo pericolo. Ma questa osservazion così ovvia, e che il furore non lasciava venire in mente a coloro, non poteva