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CAPITOLO XXXVI. 705

comignoli delle capanne; e i tuoni scoppiati con istrepito repentino, scorrevano rumoreggiando dall’una all’altra regione del cielo. Andava innanzi il giovine, attento alla strada, con una grand’impazienza d’arrivare, e rallentando però il passo, per misurarlo alle forze del compagno; il quale, stanco dalle fatiche, aggravato dal male, oppresso dall’afa, camminava stentatamente, alzando ogni tanto al cielo la faccia smunta, come per cercare un respiro più libero.

Renzo, quando vide la capanna, si fermò, si voltò indietro, disse con voce tremante: “è qui.”

“Entrano... - Eccoli!” grida la donna del lettuccio. Lucia si volta, s’alza precipitosamente, va incontro al vecchio, gridando: “oh chi vedo! O padre Cristoforo!”

“Ebbene, Lucia! da quante angustie v’ha liberata il Signore! Dovete esser ben contenta d’aver sempre sperato in Lui.”

“Oh sì! Ma lei, padre? Povera me, come è cambiato! Come sta? dica: come sta?”

“Come Dio vuole, e come, per sua grazia, voglio anch’io,” rispose, con volto sereno, il frate. E, tiratala in un canto, soggiunse: “sentite: io non posso rimaner qui che pochi momenti. Siete voi disposta a confidarvi in me, come altre volte?”

“Oh! non è lei sempre il mio padre?”

“Figliuola, dunque; cos’è codesto voto che m’ha detto Renzo?”

“È un voto che ho fatto alla Madonna... oh! in una gran tribolazione!... di non maritarmi.”

“Poverina! Ma avete pensato allora, ch’eravate legata da una promessa?”

“Trattandosi del Signore e della Madonna!... non ci ho pensato.”

“Il Signore, figliuola, gradisce i sagrifizi, l’offerte, quando le facciamo del nostro. È il cuore che vuole, è la volontà: ma voi non potevate offrirgli la volontà d’un altro, al quale v’eravate già obbligata.”

“Ho fatto male?”

“No, poverina, non pensate a questo: io credo anzi che la Vergine santa avrà gradita l’intenzione del vostro cuore afflitto, e l’avrà offerta a Dio per voi. Ma ditemi; non vi siete mai consigliata con nessuno su questa cosa?”

“Io non pensavo che fosse male, da dovermene confessare: e quel poco bene che si può fare, si sa che non bisogna raccontarlo.”