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CAPITOLO XXXV. 683

stecconato che divide questo da quel quartiere, ma in certi luoghi interrotto, in altri aperto, sicchè non troverai difficoltà per entrare. Dentro poi, non facendo tu nulla che dia ombra a nessuno, nessuno probabilmente non dirà nulla a te. Se però ti si facesse qualche ostacolo, dì che il padre Cristoforo da *** ti conosce, e renderà conto di te. Cercala lì; cercala con fiducia e... con rassegnazione. Perchè, ricordati che non è poco ciò che tu sei venuto a cercar qui: tu chiedi una persona viva al lazzeretto! Sai tu quante volte io ho veduto rinnovarsi questo mio povero popolo! quanti ne ho veduti portar via! quanti pochi uscire!... Va preparato a fare un sacrifizio...

“Già; intendo anch’io,” interruppe Renzo stravolgendo gli occhi, e cambiandosi tutto in viso; “intendo! Vo: guarderò, cercherò, in un luogo, nell’altro, e poi ancora, per tutto il lazzeretto, in lungo e in largo... e se non la trovo!...”

“Se non la trovi?” disse il frate, con un’aria di serietà e d’aspettativa, e con uno sguardo che ammoniva.

Ma Renzo, a cui la rabbia riaccesa dall’idea di quel dubbio aveva fatto perdere il lume degli occhi, ripetè e seguitò: “se non la trovo, vedrò di trovare qualchedun altro. O in Milano, o nel suo scellerato palazzo, o in capo al mondo, o a casa del diavolo, lo troverò quel furfante che ci ha separati; quel birbone che, se non fosse stato lui, Lucia sarebbe mia, da venti mesi; e se eravamo destinati a morire, almeno saremmo morti insieme. Se c’è ancora colui, lo troverò...”

“Renzo!” disse il frate, afferrandolo per un braccio, e guardandolo ancor più severamente.

“E se lo trovo,” continuò Renzo, cieco affatto dalla collera, “se la peste non ha già fatto giustizia... Non è più il tempo che un poltrone, co’ suoi bravi d’intorno, possa metter la gente alla disperazione, e ridersene: è venuto un tempo che gli uomini s’incontrino a viso a viso: e... la farò io la giustizia!”

“Sciagurato!” gridò il padre Cristoforo, con una voce che aveva ripresa tutta l’antica pienezza e sonorità: - “sciagurato!” e la sua testa cadente sul petto s’era sollevata; le gote si colorivano dell’antica vita; e il fuoco degli occhi aveva un non so che di terribile. “Guarda, sciagurato!” E mentre con una mano stringeva e scoteva forte il braccio di Renzo, girava l’altra davanti a sè, accennando quanto più poteva della dolorosa scena all’intorno. “Guarda chi è Colui che gastiga! Colui che giudica, e non è giudicato! Colui che