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capitolo xxv. 489

illustrissima non può esser per tutto; e io resto qui esposto... Però, quando Lei me lo comanda, dirò, dirò tutto.”

“Dite: io non vorrei altro che trovarvi senza colpa.”

Allora don Abbondio si mise a raccontare la dolorosa storia; ma tacque il nome principale, e vi sostituì: un gran signore; dando così alla prudenza tutto quel poco che si poteva, in una tale stretta.

“E non avete avuto altro motivo?” domandò il cardinale, quando don Abbondio ebbe finito.

“Ma forse non mi sono spiegato abbastanza,” rispose questo: “sotto pena della vita, m’hanno intimato di non far quel matrimonio.”

“E vi par codesta una ragion bastante, per lasciar d’adempire un dovere preciso?”