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CAPITOLO XXIV. 471


“ Avrà probabilmente, ” disse il cardinale, “ crediti con gente che non può pagare. ”

“ Pensi, monsignore illustrissimo: questa povera gente paga con quel che le avanza della raccolta: l’anno scorso, non avanzò nulla; in questo, tutti rimangono indietro del necessario. ”

“ Ebbene, ” disse Federigo: “ prendo io sopra di me tutti que’ debiti; e voi mi farete il piacere d’aver da lui la nota delle partite, e di saldarle. ”

“ Sarà una somma ragionevole. ”

“ Tanto meglio: e avrete pur troppo di quelli ancor più bisognosi, che non hanno debiti perchè non trovan credenza. ”

“ Eh, pur troppo! Si fa quel che si può; ma come arrivare a tutto, in tempi di questa sorte? ”

“ Fate che lui li vesta a mio conto, e pagatelo bene. Veramente, in quest’anno, mi par rubato tutto ciò che non va in pane; ma questo è un caso particolare.”

Non vogliam però chiudere la storia di quella giornata, senza raccontar brevemente come la terminasse l’innominato.

Questa volta, la nuova della sua conversione l’aveva preceduto nella valle; vi s’era subito sparsa, e aveva messo per tutto uno sbalordimento, un’ansietà, un cruccio, un susurro. Ai primi bravi, o servitori (era tutt’uno) che vide, accennò che lo seguissero: e così di mano in mano. Tutti venivan dietro, con una sospensione nuova, e con la suggezione solita; finchè, con un seguito sempre crescente, arrivò al castello. Accennò a quelli che si trovavan sulla porta, che gli venissero dietro con gli altri; entrò nel primo cortile, andò verso il mezzo, e lì, essendo ancora a cavallo, mise un suo grido tonante: era il segno usato, al quale accorrevano tutti que’ suoi che l’avessero sentito. In un momento, quelli ch’erano sparsi per il castello, vennero dietro alla voce, e s’univano ai già radunati, guardando tutti il padrone.

“ Andate ad aspettarmi nella sala grande, ” disse loro; e dall’alto della sua cavalcatura, gli stava a veder partire. Ne scese poi, la menò lui stesso alla stalla, e andò dov’era aspettato. Al suo apparire, cessò subito un gran bisbiglìo che c’era; tutti si ristrinsero da una parte, lasciando voto per lui un grande spazio della sala: potevano essere una trentina.

L’innominato alzò la mano, come per mantener quel silenzio