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CAPITOLO XVIII. | 353 |
quell'uomo fatto apposta); il padre provinciale di là avrà scritto al padre provinciale di qui, se aveva un soggetto così e così; e il padre provinciale avrà detto: qui ci vuole il padre Cristoforo. Dev’esser proprio così, vedete. ”
“ Oh poveri noi! Ouand’è partito? ”
“ Jerlaltro. ”
“ Ecco! s’io davo retta alla mia ispirazione di venir via qualche giorno prima! E non si sa quando possa tornare? così a un di presso?
“ Eh la mia donna! lo sa il padre provinciale; se lo sa anche lui. Quando un nostro padre predicatore ha preso il volo, non si può prevedere su che ramo potrà andarsi a posare. Li cercan di qua, li cercan di là: e abbiamo conventi in tutte le quattro parti del mondo. Supponete che, a Rimini, il padre Cristoforo faccia un gran fracasso col suo quaresimale: perchè non predica sempre a braccio, come faceva qui, per i pescatori e i contadini: per i pulpiti delle città, ha le sue belle prediche scritte; e fior di roba. Si sparge la voce, da quelle parti, di questo gran predicatore; e lo possono cercare da... da che so io? E allora, bisogna mandarlo; perchè noi viviamo della carità di tutto il mondo, ed è giusto che serviamo tutto il mondo. ”
“ Oh Signore! Signore! ” esclamò di nuovo Agnese, quasi piangendo: “ come devo fare, senza quell’uomo? Era quello che ci faceva da padre! Per noi è una rovina. ”
“ Sentite, buona donna; il padre Cristoforo era veramente un uomo; ma ce n’abbiamo degli altri, sapete? pieni di carità e di talento, e che sanno trattare ugualmente co’ signori e co’ poveri. Volete il padre Atanasio? volete il padre Girolamo? volete il padre Zaccaria? È un uomo di vaglia, vedete, il padre Zaccaria. E non istate a badare, come fanno certi ignoranti, che sia così mingherlino, con una vocina fessa, e una barbetta misera misera: non dico per predicare, perchè ognuno ha i suoi doni; ma per dar pareri, è un uomo, sapete? ”
“ Oh per carità! ” esclamò Agnese, con quel misto di gratitudine e d’impazienza, che si prova a un’esibizione in cui si trovi più la buona volontà altrui, che la propria convenienza: “ cosa m’importa a me che uomo sia o non sia un altro, quando quel pover’uomo che non c’è più, era quello che sapeva le nostre cose, e aveva preparato tutto per aiutarci? ”
“ Allora, bisogna aver pazienza. ”
“ Questo lo so, ” rispose Agnese: “ scusate dell’incomodo. ”