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306 I PROMESSI SPOSI

fermarono; con loro si fermarono altri che arrivavano; altri, che gli eran passati davanti, voltatisi al bisbiglìo, tornavano indietro, e facevan coda.



“ Badate a voi; giudizio, figliuolo; peggio per voi vedete; non guastate i fatti vostri; l’onore, la riputazione, ” continuava a susurrare il notaio. Renzo faceva peggio. I birri, dopo essersi consultati con l’occhio, pensando di far bene (ognuno è soggetto a sbagliare), gli diedero una stretta di manichini.

“ Ahi! ahi! ahi! ” grida il tormentato: al grido, la gente s’affolla intorno; n’accorre da ogni parte della strada: la comitiva si trova incagliata. “ È un malvivente, ” bisbigliava il notaio a quelli che gli erano a ridosso: “ è un ladro colto sul fatto. Si ritirino, lascin passar la giustizia. ” Ma Renzo, visto il bel momento, visti i birri diventar bianchi, o almeno pallidi, — se non m’aiuto ora, pensò, mio danno. — E subito alzò la voce: “ figliuoli! mi menano in prigione, perchè ieri ho gridato: pane e giustizia. Non ho fatto nulla; son galantuomo: aiutatemi, non m’abbandonate, figliuoli! ”