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298 | I PROMESSI SPOSI |
Allo spuntar del giorno, Renzo russava da circa sett’ore, ed era ancora, poveretto! sul più bello, quando due forti scosse alle braccia, e una voce che dappiè del letto gridava: “ Lorenzo Tramaglino!, ” lo fecero riscotere. Si risentì, ritirò le braccia, aprì gli occhi a stento; e vide ritto appiè del letto un uomo vestito di nero, e due armati, uno di qua, uno di là del capezzale. E, tra la sorpresa, e il non esser desto bene, e la spranghetta di quel vino che sapete, rimase un momento come incantato; e credendo di sognare, e non piacendogli quel sogno, si dimenava, come per isvegliarsi affatto.
“ Ah! avete sentito una volta, Lorenzo Tramaglino? ” disse l’uomo dalla cappa nera, quel notaio medesimo della sera avanti. “ Animo dunque; levatevi, e venite con noi. ”
“ Lorenzo Tramaglino! ” disse Renzo Tramaglino: “ cosa vuol dir questo? Cosa volete da me? Chi v’ha detto il mio nome? ”
“ Meno ciarle, e fate presto, ” disse uno de’ birri che gli stavano a fianco, prendendogli di nuovo il braccio.
“ Ohe! che prepotenza è questa? ” gridò Renzo, ritirando il braccio. “ Oste! o l’oste! ”