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CAPITOLO VII. | 121 |
“ E bene! ” gridò Renzo, con un viso più che mai stravolto: “ io non v’avrò; ma non v’avrà nè anche lui. Io qui senza di voi, e lui a casa del.... ”
“ Ah no! per carità, non dite così, non fate quegli occhi: no, non posso vedervi così, ” esclamò Lucia, piangendo, supplicando, con le mani giunte; mentre Agnese chiamava e richiamava il giovine per nome, e gli palpava le spalle, le braccia, le mani, per acquietarlo. Stette egli immobile e pensieroso, qualche tempo, a contemplar quella faccia supplichevole di Lucia; poi, tutt’a un tratto, la guardò torvo, diede addietro, tese il braccio e l’indice verso di essa, e gridò: “ questa! sì questa egli vuole. Ha da morire! ”
“ E io che male v’ho fatto, perchè mi facciate morire? ” disse Lucia, buttandosegli inginocchioni davanti.
“ Voi! ” rispose, con una voce ch’esprimeva un’ira ben diversa, ma un’ira tuttavia: “ voi! Che bene mi volete voi? Che prova m’avete data? Non v’ho io pregata, e pregata, e pregata? E voi: no! no! ”
“ Sì sì, ” rispose precipitosamente Lucia: “ verrò dal curato, domani, ora, se volete; verrò. Tornate quello di prima; verrò. ”
“ Me lo promettete? ” disse Renzo, con una voce e con un viso divenuto, tutt’a un tratto, più umano.
“ Ve lo prometto. ”
“ Me l’avete promesso. ”
“ Signore, vi ringrazio! ” esclamò Agnese, doppiamente contenta.
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