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nello stato di prima; agli altri cercavano ricovero e mantenimento, in qualche casa delle più vicine. Se ve n’era alcuna di benestanti, ivi l’ospizio per lo più veniva accordato per carità, e alle raccomandazioni del cardinale; in altre, dove al buon volere mancassero i mezzi, richiedevano quei preti che il poveretto fosse ricevuto a dozzina, pattuivano il prezzo, e ne sborsavano tosto una parte a conto. Davano poi, di questi così albergati, nota ai parochi, che li visitassero; e tornavano essi medesimi a visitarli.
Non occorre pur dire che Federigo non ristringeva le sue cure a questa estremità di patimenti, nè l’aveva aspettata per commuoversi. Quella carità ardente e versatile doveva tutto sentire, in tutto adoperarsi, accorrere dove non aveva potuto antivenire, prendere, per dir così, tante forme, in quante si diversificava il bisogno. In fatti, ragunando tutti i suoi mezzi, rendendo più rigoroso il risparmio, mettendo mano a risparmii destinati ad altre liberalità, divenute ora d’una importanza troppo secondaria, aveva egli cercato ogni via di far danari, per impiegarli tutti in alleggiamento della penuria. Aveva fatte grandi compre di grani, e questi spediti una buona parte ai luoghi più penuriosi