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agli uomini di fare quello a che erano portati dalla antecedente. Ci si permetta di osservar qui di passaggio un riscontro singolare. In un paese e in un’epoca vicini a noi, nell’epoca la più clamorosa e la più notabile della storia moderna, ebbero luogo, in circostanze simili, simili provedimenti (i medesimi, si potrebbe quasi dire, nella sostanza, con la sola differenza di proporzione, e a un dipresso nel medesimo ordine); ebbero luogo, ad onta della ragione dei tempi tanto mutata, e delle cognizioni sopravvenute in Europa, e in quel paese forse più che altrove; e ciò principalmente perchè la gran massa popolare, alla quale quelle cognizioni non erano arrivate, potè far prevalere a lungo il suo giudizio, e forzare, come colà si dice, la mano a quelli che facevano la legge.
Così, tornando a noi, due erano stati, al far dei conti, i frutti principali della sommossa: guasto e perdita effettiva di vettovaglie, nella sommossa medesima; consumo, fin che durò la tariffa, largo, senza misura, e per così dire, allegro, a diffalco di quella povera massa di grani, che pur doveva bastare fino al nuovo ricolto. A questi effetti generali si aggiunga il supplizio di quattro popolani impiccati come capi del tumulto, due