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di Aristotele su questa materia, le aveva piuttosto lette che studiate: non di meno, con questo, colle notizie raccolte incidentemente dai trattati di filosofia generale, con qualche scorsa data alla Magia naturale del Porta, alle tre storie lapidum, animalium, plantarum, del Cardano, al Trattato dell’erbe, delle piante, degli animali, d’Alberto Magno, a qualche altra opera di minor conto, sapeva a tempo trattenere una brigata di colte persone, ragionando delle virtù più mirabili e delle curiosità più singolari di molti semplici; descrivendo esattamentele forme e le abitudini delle sirene e dell’unica fenice; spiegando come la salamandra stia nel fuoco senz’ardere: come la remora, quel pesciatello, abbia la forza e l’abilità di arrestare di punto in bianco, in alto mare, qualunque gran nave; come le gocciole della rugiada divengano perle in seno delle conchiglie; come il cameleonte si pascoli d’aria; come dal ghiaccio lentamente indurato, coll’andare dei secoli, si formi il cristallo; ed altri dei più maravigliosi segreti della natura.

In quelli della magia e della stregoneria si era internato di più, trattandosi, dice il nostro anonimo, di scienza molto più in voga e più necessaria, e nella quale i fatti sono di