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per puro dovere di carità, per amore del vero e, a dir proprio la formola colla quale ella spiegava a sè stessa il suo sentimento, come prossimo. Ma da queste apologie donna Prassede traeva nuovi argomenti, per convincer Lucia che il suo cuore era tuttavia perduto dietro a colui. E per verità, in quei momenti, non saprei ben dire come la cosa fosse. L’indegno ritratto che la vecchia faceva del poveretto, risvegliava, per opposizione, più viva e più distinta che mai nella mente della giovane l’idea che vi s’era formata in una cosa lunga consuetudine; le memorie soffocate a forza, si svolgevano in folla; l’avversione e il disprezzo richiamavano tanti antichi motivi di stima e di simpatia; l’odio cieco e violento faceva sorgere più forte la pietà: e con questi affetti, chi sa quanto vi potesse essere o non essere di quell’altro che dietro ad essi s’introduce così facilmente negli animi; figuriamoci che cosa farà in quelli, donde si tratti di cacciarlo per forza. Comunque sia, il discorso, per la parte di Lucia, non sarebbe mai andato molto in lungo; chè bentosto le parole si risolvevano in pianto.
Se donna Prassede fosse stata mossa a trattarla a quel modo da un qualche odio inveterato contro di lei, forse quelle lagrime