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e, ceteris paribus, anche soltanto un po’ men danneggiati i tegoli di Casale. In questi frangenti, gli sopravvenne la nuova della sedizione di Milano, per lo che egli ci accorse in persona.

Qui, nel ragguaglio che gli si diede, fu fatta anche menzione della fuga ribelle e clamorosa di Renzo, dei fatti veri e supposti che avevano dato cagione alla presa di lui; e gli si seppe anche dire che questo tale s’era rifuggito sul territorio di Bergamo. Questa circostanza fermò l’attenzione di don Gonzalo. Era egli informato da tutt’altra parte, come a Venezia s’era preso grand’animo, per la sommossa di Milano; come, da principio, vi s’era creduto ch’egli ne sarebbe costretto di levar le tende d’attorno a Casale; e come vi si teneva tuttavia ch’egli ne stesse a capo basso e in gran pensiero: tanto più che, subito dopo quell’avvenimento era giunta la notizia, sospirata da que’ signori e temuta da lui, della resa della Roccella. E sentendo dispiacere assai, e come uomo e come politico, che que’ signori avessero un tal concetto dei fatti suoi, spiava ogni opportunità di farneli ricredere, e di persuaderli, per via d’induzione, che non aveva rimesso in nulla dell’antica baldanza; giacchè il dire esplicitamente, non ho paura, è come non