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n’era davvero, aveva trovato di regalar loro, a chi l’una, a chi l’altra delle notizie da noi riferite di sopra: però, come cose incerte, che aveva anch’egli intese raccontare, senza averne un ragguaglio positivo.

Ma quando la domanda gli venne fatta per commissione del cardinale, senza nominarlo, e con un certo apparato d’importanza e di mistero, lasciando intendere ch’egli era in nome di un gran personaggio; tanto più Bortolo s’ingelosì, e giudicò necessario di attenersi al suo metodo di rispondere; anzi, trattandosi d’un gran personaggio, diede in una volta tutte le notizie che aveva stampate ad una ad una, in quelle diverse occorrenze.

Non si creda però che don Gonzalo, un signore di quella sorta, la avesse proprio davvero col povero filatore di montagna; che informato forse della irriverenza usata e delle male parole dette da colui al suo re moro incatenato per la gola, volesse fare una sua vendetta; o che lo credesse un soggetto tanto pericoloso, da perseguitarlo anche fuggente, da non lasciarlo vivere anche lontano, come il senato romano con Annibale. Don Gonzalo aveva troppe e troppo grandi cose in testa, per pigliarsi briga dei fatti di Renzo; e se parve che se ne pigliasse, ciò venne da un