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dici miglia, e lo presentò, sotto nome di Antonio Rivolta, al padrone, ch’era pur natìo dello stato di Milano, e suo antico conoscente. Questi, quantunque i tempi fossero scarsi, non si fece pregare a ricevere un operaio che gli era raccomandato, come onesto e abile, da un galantuomo intelligente. Alla prova poi, non ebbe che a lodarsi dell’acquisto; salvo che, in sul principio, gli era sembrato che il giovane dovesse essere un po’ stordito di natura, perchè, quando si chiamava: Antonio!, le più volte non rispondeva.
Poco dopo, si ordinò da Venezia, in istile pacato, al capitano di Bergamo, che pigliasse e desse informazione, se nella sua giurisdizione, e segnatamente nel tal paese, si trovasse il tale soggetto. Il capitano, fatte le sue diligenze, al modo che aveva capito che si volevano, trasmise la risposta negativa, 1a quale fu trasmessa al residente in Milano, che la trasmettesse a don Gonzalo Fernandez de Cordova.
Non mancavano poi curiosi, che volessero sapere da Bortolo, perchè quel giovane non c’era più, e dove fosse andato. Alla prima inchiesta quegli rispondeva: “ma! è scomparso.” Per mandare in pace i più insistenti, senza dar loro sospetto di quel che