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bili, dette e fatte da Federigo in tutto il corso della visita, nè delle sue larghezze, nè dei disidii composti, dei vecchi rancori tra persone, famiglie, terre intere, spenti o (il che era pur troppo più frequente) sopiti, nè di qualche bravacci o tirannelli, mansuefatti, o per tutta la vita, o per qualche tempo; cose tutte delle quali v’aveva sempre più o meno, in ogni luogo della diocesi, dove quell’uomo eccellente facesse qualche soggiorno.
Segue poi a dire, come, il mattino seguente, venne donna Prassede, secondo il concertato, a prender Lucia, e a complimentare il cardinale; che gliela lodò, e raccomandò caldamente. Lucia si staccò dalla madre, potete pensar con che lagrime, e uscì della sua casetta, disse per la seconda volta addio al suo paese, con quel senso di doppia amaritudine, che si prova lasciando un luogo che fu unicamente caro, e che non può esserlo più. Ma il commiato dalla madre non era l’ultimo; perchè donna Prassede aveva annunziato che si soggiornerebbe ancor qualche giorno in quella sua villa, la quale non era molto lontana di quivi; e Agnese promise alla figlia di andar colà, a dare e a ricevere un più doloroso addio.
Il cardinale era anch’egli sulle mosse, per