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prezzo; ma voleva i danari l’uno in su l’altro, per poterli impiegar subito in consumazioni improduttive. Venuta la cosa agli orecchi di Bortolo, corse egli a vedere; trattò: patti più grassi non si sarebbero potuti sperare; ma quella condizione dei pronti contanti guastava tutto, perchè il suo peculio, composto lentamente di risparmii, era ancor lontano da arrivare alla somma. Tenne l’amico così in mezza parola, se ne tornò in fretta, comunicò l’affare al cugino e gli propose di farlo in società. Un così bel partito troncò le dubitazioni economiche di Renzo, che si risolvette tosto per l’industria, e disse di sì. S’andò insieme; e si conchiuse l’accordo. Quando poi i nuovi padroni vennero a stare sul loro, Lucia, che non era quivi aspettata per nulla, non solo non andò soggetta a critiche, ma si può dire che non dispiacque; e Renzo venne a sapere che s’era detto da più d’uno: “avete veduto quella bella baggiana che c’è venuta?” L’epiteto faceva passare il sostantivo.

E anche del disgusto ch’egli aveva provato nell’altro paese, gli restò un utile ammaestramento. Prima d’allora era stato un po’ avventatello nel sentenziare, e si lasciava andar volentieri a criticare la donna d’altri, e ogni