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dopo tanto parlare, s’aspettava altra cosa! Che è poi? Una contadina come tante altre. Eh! per di queste e delle meglio, ce n’è da per tutto.” Venendo poi ai particolari, notavano chi un difetto chi un altro: nè mancarono di quelli che la trovavano tutta brutta.
Siccome però nessuno le andava a dir sul viso a Renzo queste cose; così non c’era gran male fin lì. Chi lo fece il male, chi allargò lo sdruscito, furono certi tali che gliele rapportarono: e Renzo, che volete?, gliene seppe amaro assai. Cominciò a ruminarvi sopra, a farne di gran piati, e con chi gliene parlava, e più a lungo nel suo sè. — E che cosa ne importa a voi? E chi vi ha detto di aspettare? Sono io mai venuto a parlarvene? a dirvi che la fosse bella? E quando me lo dicevate voi, v’ho io mai risposto altro, se non ch’ell’era una buona giovane? È una contadina! V’ho io detto mai che vi avrei menato qui una principessa? Vi dispiace? Non la guardate. Ne avete delle belle donne: guardate quelle. —
E vedete un po’ come alle volte una corbelleria basta a decidere dello stato d’un uomo per tutta la vita. Se Renzo avesse dovuto passar la sua in quel paese, conforme al