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s’è trovato dentro, senza malizia, da ignorante, come un sorcio nella trappola: niente di serio, veda: ragazzate, cervellinaggini: di fare un male proprio è incapace: e posso dirlo; chè l’ho battezzato io, e l’ho veduto venir su: e poi, se vossignoria vuol pigliarsi spasso, come sovente ne hanno i signori a udir questa povera gente ragionar su alla carlona, potrà fargli contare la storia a lui, e sentirà. Adesso, trattandosi di cose vecchie, nessuno gli dà molestia; e, come ho detto, egli pensa di andarsene fuori stato; ma, col tempo, o tornando qui o altro, non si sa mai, lei m’insegna ch’è sempre meglio trovarsi netto. Il signor marchese, in Milano, conta, come è dovere, e per quel gran cavaliere, e per quel grand’uomo che è... No, no, mi lasci dire; chè la verità vuole avere il suo luogo. Una raccomandazione, una parola d’un par suo è più che non bisogna, per ottenere una buona assolutoria.”

“Non c’è impegni forti contro codesto giovane?”

“Oibò, oibò; non crederei. Gli hanno fatto fuoco addosso al primo momento; ma ora credo che non ci sia più altro che la semplice formalità.”