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fece della peste, don Ferrante fu uno dei più risoluti e sempre poi uno dei più costanti a negarla; non già con ischiamazzi, come il popolo; ma con ragionamenti, ai quali nessuno potrà dire almeno che mancasse la concatenazione.
“In rerum natura,” diceva egli, “non ci ha che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può essere nè l’uno nè l’altro, avrò provato che non esiste, che è una chimera. E son qui. Le sostanze sono o spirituali o materiali. Che il contagio sia sostanza spirituale è sproposito che nessuno vorrebbe sostenere; sicchè è inutile parlarne. Le sostanze materiali sono o semplici o composte. Ora, sostanza semplice il contagio non è; e si dimostra in quattro parole. Non è sostanza aerea; perchè, se fosse, invece di passare da un corpo all’altro, volerebbe, al più presto, alla sua sfera. Non è acquea; perchè bagnerebbe e verrebbe diseccata dai venti. Non è ignea; perchè abbrucerebbe. Non è terrea; perchè sarebbe visibile. Sostanza composta, neppure, perchè ad ogni modo dovrebbe essere sensibile all’occhio o al tatto; e questo contagio, chi l’ha veduto? chi l’ha toccato? Resta da vedere se