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Renzo intanto trottava in gran fretta verso il quartiere del buon frate. Con un po’ di studio, e non senza qualche passi perduti, gli riuscì finalmente di arrivarvi. Trovò la capanna; lui non ve lo trovò; ma, ronzando e adocchiando nel contorno, lo scorse in una trabacca che, curvo al suolo e quasi boccone, stava confortando un morente. Ristette, aspettando in silenzio. Poco stante, lo vide chiuder gli occhi a quel poveretto, rizzarsi poi ginocchione, pregare un momento, e levarsi. Allora si trasse innanzi, e andò alla volta di lui.
“Oh!” disse il frate, vistolo venire: “ebbene?”
“La c’è: l’ho trovata!”
“In che stato?”
“Guarita, o almeno fuor del letto.”
“Sia lodato il Signore!”
“Ma.....” disse Renzo, quando gli fu tanto accosto da poter parlar sotto voce: “c’è un altro imbroglio.”
“Che vuoi tu dire?”
“Voglio dire che.... Già ella sa come è buona quella povera giovane; ma alle volte è un po’ fissa nelle sue idee. Dopo tante promesse, dopo tutto quello, ch’ella sa, adesso mo dice che non mi può sposare, perchè dice, che so io? che in quella notte