Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/321

316


“Non so che dire,” ripigliò il frate, rispondendo piuttosto ai suoi pensieri che alle parole del giovane: “tu vai a buona intenzione; e piacesse a Dio che tutti quelli che hanno libero accesso in quel luogo, vi si comportassero come posso fidarmi che tu farai. Dio, il quale certamente benedice questa tua perseveranza d’affetto, questa tua fedeltà in volere e in cercare colei ch’Egli t’aveva a data, Dio, che è più rigoroso digli uomini, ma più indulgente, non vorrà guardare a quel che ci possa essere d’irregolare in codesto tuo modo di cercarla. Ricordati solo, che della tua condotta in quel luogo avremo a render conto tutti e due, agli uomini facilmente no, ma a Dio senza fallo. Vien qui.” In così dire, s’alzò, e con lui Renzo; il quale, non lasciando di dar retta alle sue parole, s’era intanto consigliato seco stesso di non parlare, come da prima s’era proposto, di quella tal promessa di Lucia. — Se sente anche questo, — aveva pensato, — mi fa delle altre difficoltà sicuro. O la trovo; e saremo sempre a tempo a discorrere: o.... e allora! che serve? —

Trattolo sull’apertura della capanna, ch’era volta a settentrione, il frate ripigliò: “ascolta; il nostro padre Felice, che è il presi-