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sare un’altra capra che scalpitava un poverino, tutta intenta a lattarne un altro: quella portava attorno il suo, ninnandolo fra le braccia, cercando ora di addormentarlo col canto, ora di acquetarlo con dolci parole, chiamandolo con un nome ch’ella le aveva imposto. Giunse in quella un cappuccino colla barba bianchissima, recando due pargoletti strillanti, uno per braccio, raccolti allora allora presso alle madri esanimate; e una donna corse a riceverli, e andava guatando fra la brigata e nel gregge, per trovar tosto chi tenesse lor luogo di madre.

Più d’u,na volta il giovane, sospinto dalla sua cura, s’era staccato dallo spiraglio, per andarsene, e poi vi aveva rimesso l’occhio, per guardare ancora un momento.

Levatosi di là finalmente, andò lungo l’assito, fin che un mucchietto di capanne appoggiate a quello, lo costrinse a dar di volta. Andò allora lungo le capanne, colla mira di riguadagnar l’assito, di voltarne il canto e scoprir paese nuovo. Or mentre guardava oltre, per istudiar la via, un’apparizione repentina, passeggiava, istantanea, gli ferì lo sguardo e gli mise l’animo sossopra. Vide, a un cento passi di distanza, trapassare e perdersi tosto fra le trabacche un cappuccino, un cappuccino che