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si levò un rumore straordinario in quella turba, e un grido lontano di guarda e di piglia. S’alza in punta di piedi, guata dinanzi, e vede un cavallaccio andar di carriera, spinto da un più lurido cavaliere: era un frenetico che, vista quella bestia sciolta e non guardata presso un carro, v’era salito in fretta a bisdosso, e martellandole il collo colle pugna, e facendo delle calcagna sproni, la cacciava in furia; e monatti dietro, urlando; e tutto si ravvolse in un nembo di polvere, che volava lontano.

Così, già sbalordito e stanco di guai, il giovane giunse alla porta di quel luogo dove ne erano addensati forse più che non ne fossero sparsi in tutto lo spazio che gli era già toccato di scorrere. S’affaccia a quella porta, entra sotto la volta, e rimane un momento immobile, a mezzo del portico.