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nava nel voto silenzioso delle vie, e, rimbombando nelle case, strigneva amaramente il cuore dei pochi che ancor le abitavano.
Ma che non può alle volte venire in acconcio? che non può parer buono in qualche caso? La stretta d’un momento prima aveva renduta più che tollerabile a Renzo la compagnia di que’ morti e di que’ vivi; ed ora fu alle sue orecchie musica, sto per dire, gradita, quella che lo toglieva dall’intrigo di una tale conversazione. Ancor mezzo trambasciato e tutto sossopra, ringraziava intanto alla meglio in cuor suo la Providenza, dell’essere scampato d’un tal punto, senza ricever male nè farne; la pregava che lo aiutasse ora a liberarsi anche da’ suoi liberatori; e dal canto suo, stava in sull’avviso, guardava a quelli, guardava alla via, per coglier tempo di sdrucciolar già quattamente, senza dar loro occasione di far qualche romore, qualche scandalo, che mettesse in malizia i passeggieri.
Quand’ecco, a una volta di canto, gli parve di riconoscere il luogo per dove si trovava a passare: badò più attentamente, e lo riconobbe a più certi segni, Sapete dov’era? Sul corso di porta orientale, in quella via, per cui era venuto adagio e tornato in fretta, circa venti mesi innanzi. Gli sovvenne tosto che