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CAPITOLO XXVI.
A una siffatta domanda, don Abbondio, che pur s’era ingegnato di risponder qualche cosa a delle meno precise, restò senza batter parola. E per verità, anche noi, con questo manoscritto dinanzi, con una penna in mano, non avendo da contrastare, che con le frasi, nè altro da temere, che le critiche dei nostri lettori; anche noi, dico, sentiamo una certa ripugnanza a proseguire; troviamo un non so che di strano in questo metter fuori, con così poca fatica, tanti bei precetti di fortezza e di carità, di sollecitudine operosa per gli altri, di sagrificio illimitato di sè. Ma, pensando che quelle cose erano dette da uno, che poi le faceva, tiriamo innanzi arditamente.
“Voi non rispondete?” ripigliò il cardinale. Ah, se aveste fatto, dalla parte vostra, ciò che la carità, ciò che il dovere richiedeva; comunque poi le cose fossero andate,