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viati al lazzeretto; alcuni cacciati a forza, resistenti in vano, gridanti in vano che volevano morire sul loro letto, e rispondendo imprecazioni impotenti alle bestemmie e ai comandi dei monatti che li guidavano; altri che marciavano in silenzio, senza dolore che apparisse, senza speranza, come insensati; donne coi pargoli in collo; fanciulli spaventati dalle grida, da quegli ordini, da quella compagnia, più che dal pensiero confuso della morte, i quali ad alte strida imploravano la madre e le sue braccia fidate, e di restare nel noto soggiorno. Ahi! e forse la madre, che essi credevano d’aver lasciata dormente sul suo letto, vi s’era gittata oppressa tutt’ad un tratto dal morbo, priva di senso, per esser portata sur un carro al lazzeretto, o alla fossa, se il carro giungeva più tardi. Forse, oh sciagura degna di lagrime ancor più amare! la madre tutta occupata de’ suoi patimenti si stava dimentica d’ogni cosa, anche dei figli, e non aveva più che un pensiero: di morire in riposo. Pure, in tanta confusione, si vedeva ancora qualche esempio di costanza, e di pietà: genitori, fratelli, figli, consorti, che sostenevano i cari loro, e li accompagnavano con parole di conforto; nè adulti soltanto,

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