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però in terra il suo bastoncello dinanzi a sè, come per farsi davanti un baluardo. Renzo espose la sua domanda, alla quale il prete soddisfece, non solo con dirgli il nome della via dove la casa era situata, ma dandogli anche, come vide che il poveretto ne aveva bisogno, un po’ d’itinerario; indicandogli cioè, a forza di dritte, e di mancine, di croci e di chiese, quelle altre sei o otto vie, che aveva a passare per giugnervi.

“Dio la mantenga sano, in questi tempi, e sempre,” disse Renzo: e mentre quegli si moveva per andarsene, “un’altra carità,” soggiunse; e gli disse della povera donna dimenticata. Il dabben prete ringraziò lui dell’avergli data questa occasione di portare un soccorso così necessario, e, dicendo che andava ad avvertire a cui toccava, si fu partito.

Renzo, fatto un inchino, si mosse anch’egli, e; andando, cercava di fare a sè stesso una ripetizione dell’itinerario, per trovarsi il meno che fosse possibile da capo a dover domandare. Ma non potreste imaginare come quella operazione gli riuscisse penosa; e non tanto per l’imbroglio che vi poteva essere, quanto per un nuovo turbamento che gli s’era fatto nell’animo. Quel nome della via, quella traccia del cammino lo avevan così messo sossopra.