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di costa al canale, sorgeva una croce, detta la croce di sant’Eusebio. E, per quanto Renzo si guardasse innanzi, altro che quella croce non gli veniva veduto. Giunto al crocicchio che divide la via circa al mezzo, e sguardando a dritta e a sinistra, scorse a dritta, in quella che si chiama lo stradone di santa Teresa, un borghese che veniva appunto inverso lui. — Un cristiano, finalmente! — disse tra sè, ed entrò subito per quella via, facendo disegno di prender lingua da colui. Questi affisava pure e andava squadrando dalla lontana, con un tal occhio adombrato, il forestiero che s’avanzava; e tanto più quando s’accorse che, invece di andarsene pe’ fatti suoi, veniva alla volta sua. Renzo, quando fu a poca distanza, si cavò il cappello, da quel montanaro rispettoso, ch’egli era; e, tenendolo colla sinistra, mise così il pugno dell’altra mano nel vano della testa, e andò più direttamente verso lo sconosciuto. Ma questi, stralunando gli occhi affatto, diè addietro un passo, levò un noderoso bastone che teneva, con un puntale in cima a foggia di stocco, e volto quello alla vita di Renzo, gridò: “via! via! via!”
“Oh oh?” gridò il giovane anch’egli, si coperse, e, avendo tutt’altra voglia, come diceva poi, narrando la cosa, che di pigliare