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rammarichi, a porgere in iscambio parole di consolazione e di coraggio. Si cacciò in somma e visse nel mezzo della pestilenza, maravigliato anch’egli alla fine, d’esserne uscito illeso.

Così, negli infortunii publici e nelle lunghe perturbazioni di quel quale ch’ei si sia ordine consueto, si vede sempre un aumento, una sublimazione di virtù; ma, pur troppo, non manca mai insieme un aumento, e d’ordinario ben più generale, di perversità. E questo pure fu segnalato. I ribaldi che la peste risparmiava e non atterriva, trovarono nella confusione comune, nel rilasciamento d’ogni forza publica, una nuova occasione di attività, e una nuova sicurezza d’impunità ad un tempo. Che anzi, l’uso della forza publica stessa venne a trovarsi in gran parte nelle mani dei peggiori fra loro. All’impiego di monatti e di apparitori non si adattavano generalmente che uomini sui quali l’attrattiva delle rapine e della licenza potesse più che il terrore del contagio, che ogni naturale ribrezzo. Erano a costoro poste strettissime regole, intimate severissime pene, assegnate stazioni, sovrapposti, come abbiam detto, commissarii: sopra questi e quelli, eran delegati magistrati e nobili in ogni quartiere, coll’autorità di prove-