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punità a chi mettesse in chiaro l’autore o gli autori del fatto. Ad ogni modo non parendoci conveniente, dicono que’ signori nella citata lettera, che porta la data del 21 maggio, ma che fu evidentemente scritta ai 19, giorno segnato nella grida a stampa, che questo delitto in qualsivoglia modo resti impunito, massime in tempo tanto pericoloso e sospettoso, per consolatione e quiete di questo Popolo, e per causare indicio del fatto, habbiamo oggi publicata grida, etc. Nella grida stessa però, nessun cenno, almen chiaro, di quella ragionevole e tranquillante congettura che partecipavano al governatore: reticenza che accusa ad un tempo una preoccupazione furiosa nel popolo, e in loro una condiscendenza, tanto più rea, quanto più poteva essere perniciosa.
Mentre il tribunale cercava, molti nel publico, come accade, avevano già trovato. Coloro che credevano esser quella una unzione velenosa, chi voleva che la fosse una vendetta di don Gonzalo Fernandez di Cordova, per gl’insulti ricevuti nel suo partire, chi una pensata del cardinale di Richelieu, per disertar Milano e impadronirsene senza fatica; altri, e non si sa per quali motivi, ne voleva autore il conte di Collalto, Wallenstein, questo, quell’altro gentiluomo milanese. Non.mancava,