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che luogo, effetto consueto delle emanazioni autunnali delle paludi, e per tutto altrove, effetto dei disagi e degli strapazzi sofferti, nel passaggio degli alemanni. Una tale assicurazione fu riportata al tribunale, il quale pare che vi si acquietasse.

Ma sorvenendo senza posa altre e altre novelle di morte da diverse bande, furono spediti due delegati a vedere e a provedere: il Tadino suddetto e un auditore del tribunale. Quando questi arrivarono, il male si era già tanto dilatato, che le prove si offerivano senza che bisognasse andarne in cerca. Scorsero il territorio di Lecco, la Valsassina, le riviere del lago di Como, i distretti denominati il Monte di Brianza e la Gera d’Adda; e per tutto trovarono ville sbarrate, altre quasi deserte, e gli abitanti scappati e attendati alla campagna, o dispersi; “et ci parevano,” dice il Tadino, “tante creature selvatiche, portando in mano chi l’herba menta, chi la ruta, chi il rosmarino et chi un ampolla d’aceto.”1 S’inchiesero del numero dei morti, ed era spaventevole; visitarono infermi e cadaveri, e da per tutto rinvennero le luride e terribili marche della pestilenza. Die-

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