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cino alla tana del lupo: e quando, quale sarebbe il termine di questa separazione? L’avvenire era scuro, inestricabile; per una di loro massimamente. Agnese pur pure vi andava facendo dentro le sue congetture liete: che Renzo finalmente, se non gli era accaduto nulla di sinistro, dovrebbe presto fare aver nuove di sè; e, se aveva trovato da lavorare e da stabilirsi, se (e come dubitarne?) stava in proposito di mantener la fede a Lucia; perchè non si potrebbe andare a star con lui? E di tali speranze andava spesso intrattenendo la figlia, per la quale non saprei dire se fosse maggior dolore l’udire, o pena il rispondere. Il suo gran segreto lo aveva sempre tenuto in sè; e, inquietata bensì dal dispiacere di fare una soppiatteria ad una sì buona madre, ma trattenuta, come invincibilmente, dalla vergogna e dai varii timori che abbiam detto di sopra, andava d’oggi in domani, senza parlare. I suoi disegni erano ben diversi da quelli della madre, o per dir meglio non ne aveva; s’era abbandonata del tutto alla Providenza. Cercava ella dunque di lasciar cadere o di stornare quel discorso; o diceva, in termini generali, di non aver più speranza, nè desiderio di cosa di questo mondo, fuorchè di poter presto riu-