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CAPITOLO XXIX.
Qui, tra i poveri spaventati troviamo persone di nostra conoscenza.
Chi non ha veduto don Abbondio, il giorno che si sparsero tutte in una volta le nuove della calata dell’esercito, del suo avvicinarsi, e de’ suoi portamenti, non sa bene che cosa sia impaccio e spavento. Vengono; son trenta, son quaranta, son cinquanta mila; son diavoli, sono ariani, sono anticristi; hanno saccheggiato Cortenuova; hanno messo il fuoco a Primaluna: disertano Introbbio, Pasturo, Barsio; si sono veduti a Balabbio; domani son qui: tali erano le voci che passavano di bocca in bocca; e insieme un correre, un fermarsi a vicenda, un consultare tumultoso, una esitazione tra il fuggire e il restare, un radunarsi di donne, non metter delle mani ne’ capelli. Don Abbondio, deliberato prima d’ogni altro e più d’ogn’altro