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cardinale gli avesse parlato dei due giovani, senza domandargli conto del suo rifiuto di maritarli. — Dunque non sa niente, — diceva tra sè: — Agnese ha taciuto: miracolo! S’hanno a vedere ancora; ma le daremo un’altra istruzione, le daremo. — E non sapeva egli, il pover’uomo, che Federigo non era entrato in quell’argomento, appunto perchè intendeva di parlargliene a lungo, in tempo più libero; e, prima di dargli ciò che gli era dovuto, voleva sentire anche le sue ragioni.

Ma i pensieri del buon prelato pel collocamento di Lucia erano divenuti inutili: dopo ch’egli l’aveva lasciata, eran nate delle cose, che veniamo a raccontare.

Le due donne, in quei pochi giorni ch’ebbero a passare nella casuccia ospitale del sarto, avevano ripigliato, per quanto si poteva, ognuna il suo antico e consueto tenore di vita, Lucia aveva subito chiesto da lavorare; e, come aveva fatto nel monastero, agucchiava, agucchiava, ritirata in una stanzetta, lontano dagli occhi della gente. Agnese andava un po’ fuori, un po’ rattoppava anch’essa in compagnia della figlia. I loro colloquii erano tanto più tristi quanto più affettuosi: entrambe erano preparate ad una separazione; giacchè la pecora non poteva tornare a star così vi-