Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/119


115

ritirarono; ma per correre, ingrossati per via di molti nuovi compagni, a prepararsi a porta ticinese; di dove egli doveva poco dopo uscire in carrozza. Quando questa giunse, con un seguito di molte altre, lanciarono sopra tutte, con mani e con fionde, una grandinata di pietre. La cosa non andò oltre.

Nel luogo di lui fu spedito il marchese Ambrogio Spinola, il cui nome aveva già acquistata, nelle guerre dì Fiandra, quella celebrità militare che ancor gli rimane.

Intanto l’esercito alemanno aveva ricevuto l’ordine definitivo di portarsi all’impresa di Mantova; e nel mese di settembre entrò nel ducato di Milano.

La milizia, a que’ tempi, era ancora composta in gran parte di venturieri arrolati da condottieri di mestiere, per commissione di questo o di quel principe, talvolta anche per loro proprio conto, e per vendersi poi insieme con essi. Più che dalle paghe, erano gli uomini attirati a quel mestiere dalle speranze del saccheggio e da tutte le vaghezze della licenza. Disciplina stabile e generale non v’era in un esercito; nè avrebbe potuto accordarsi così facilmente coll’autorità indipendente dei varii condottieri. Questi poi in particolare, nè erano molto raffinatori in fatto di disci-