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alla testa d’un esercito; aveva chiesto il passo al duca di Savoia; s’era trattato; non si era conchiuso; dopo uno scontro, col vantaggio de’ francesi, s’era trattato di nuovo, e conchiuso un accordo, nel quale il duca, fra le altre cose, aveva stipulato che il Cordova leverebbe l’assedio da Casale; impegnandosi, se questi ricusasse, ad unirsi coi francesi, per invadere il ducato di Milano. Don Gonzalo, parendogli anche d’uscirne a buon mercato, aveva levato il campo d’attorno a Casale, dove era tosto entrato un corpo di francesi, a rinforzo della guarnigione.
Fu a questa occasione che l’Achillini scrisse al re Luigi quel suo famoso sonetto:
e un altro, con cui lo esortava a portarsi subito alla liberazione di Terra-Santa. Ma gli è destino che i pareri dei poeti non sieno seguiti: e se nella storia trovate dei fatti conformi a qualche loro suggerimento, dite pur francamente ch’elle eran cose risolute da prima. Il cardinale di Riehelieu aveva, in quella vece, stabilito di tornare in Francia, per affari che a lui parevano più urgenti. Girolamo Soranzo, inviato de’ veneziani, potè ben addurre le ragioni più forti, per istornare quella risoluzione, che il re e il cardinale, non