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secondo la sua consuetudine, quattro parole agli astanti, del suo amore per loro, del desiderio della loro salvezza, e del come dovessero disporsi alle funzioni del domani. Ritirato poi nella casa del paroco, tra molte cose ch’ebbe a conferire con lui, lo interrogò delle qualità e della condotta di Renzo. Don Abbondio disse che era un giovane un po’ vivo, un po’ testardo, un po’ collerico. Ma, a più speciali e precise domande, dovette rispondere ch’era un galantuomo, e che anch’egli non sapeva intendere come, in Milano, avesse potuto fare tutte quelle diavolerie che s’eran dette attorno.
“Quanto alla giovane,” riprese il cardinale, “par egli anche a voi ch’ella possa ora venire sicuramente a porsi in casa sua?”
“Per ora,” rispose don Abbondio, “può venire e stare, dico per ora, come vuole; ma,” soggiunse poi con un sospiro, “bisognerebbe che vostra signoria illustrissima a fosse sempre qui, o almeno vicino.”
“Il Signore è sempre vicino,” disse il cardinale: “del resto, penserò io a metterla in sicuro.” E diede tosto ordine che il domani per tempo si spedisse la lettiga, con un accompagnamento, a prender le due donne.
Don Abbondio uscì tutto contento che il