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fare assai a tenere un po’ indietro. Come paesani di Lucia, avrebbero voluto quei terrieri fare all’arcivescovo dimostrazioni straordinarie; ma la cosa non era facile; perchè, già per antico uso, per tutto dov’egli arrivasse, tutti facevano il più che potevano. Già sul bel principio del suo pontificato, nel primo solenne ingresso in duomo, l’affollamento, l’impeto della gente addosso a lui era stato tale, da far temere della sua vita; e alcuni gentiluomini, che gli eran più accosto, avevan cacciate le spade, per atterrire e rispingere la folla. Tanto v’era in quei costumi di incomposto o di violento, che, anche nel far dimostrazioni di benevolenza ad un vescovo in chiesa, e nel regolarle, si dovesse andar presso all’ammazzare. E quella difesa non sarebbe forse bastata, se due preti, che stavan bene di corpo e d’animo, non lo avessero levato in sulle braccia, e portato di peso, dalla porta del tempio, fino appiè dell’altar maggiore. D’allora in poi, in tante visite episcopali ch’egli ebbe a fare, quel primo entrare nella chiesa si può senza scherzo contarlo fra le sue pastorali fatiche, e qualche altra volta, fra i pericoli passati da lui.

Entrò anche in questa come potè; andò all’altare e di quivi, orato alquanto, fece,